ARTE

VILLA ANDREA

Villa Andrea ha esposto sulle pareti delle proprie sale, una significativa raccolta di opere di Enzo Cursaro, artista eclettico e di forte personalità creativa. Una tematica ricorrente nella sua arte è quella di ispirarsi in modo singolare al mondo dell’archeologia. Sappiamo che l’artista è nato a Paestum, quindi, l’influenza dei colori della natura paesaggistica e della città archeologica certamente già dall’infanzia avranno influito sul suo immaginario. Ma, nel caso di Cursaro non si tratta di rappresentare visivamente i templi con le colonne doriche, o il paesaggio in cui essi persistono, bensì esprime sensazioni di un racconto che si evolve attraverso una simbologia fantastica che scaturisce dall’osservare un qualsiasi reperto archeologico.
Ammirando la diversificata collezione di quadri, è possibile cogliere la ricchezza immaginativa e i diversi aspetti formali concepiti dall’artista, il quale attraversa agevolmente rappresentazioni specificamente astratte, come ad esempio si riscontra nel quadro ”Graffito” 1994 (esposto nella sala principale), ad occasionali accenni figurativi evidenti nell’opera la “Cariatide” 2007 (esposto nella sala principale), e ancora, da situazioni di valore prettamente estetico come nelle due “Gouaches” su tela del 2009 (esposte al piano superiore, nella camera degli sposi), a solide idee concettuali come è dimostrato nella tela “Sospensioni” del 2011, (esposta nella sala principale). Fattori che nel tempo hanno reso Enzo Cursaro unico per la capacità di trasmettere un suo personalissimo pathos che, tradotto nel figurativo, ci rimanda dritti ad elementi della natura paesaggistica e storica del contesto paestano. La sua grande esperienza pittorica è verificabile attraverso le molteplici varianti tecniche con cui sono risolte molte delle sue opere. Egli tratta il colore, il disegno e la materia con un’estrema duttilità creativa.
In alcune opere é facile capire come il disegno realizzato con i pastelli vada ad interloquire naturalmente con il colore chiaro acquerellato, per poi combinarsi a una forma bianca e regolare composta da un impasto terroso, presenza portante questa, di leggere ed ariose strutture compositive. Facendo riecheggiare in questo modo così singolare, un mondo arcaico ed essenziale, semplice e allo stesso tempo intenso per qualità poetica, come pure manifestano le opere; Disegno #I, Disegno #II e Disegno #III e realizzate nel 2009 (esposte nella sala principale della villa).
Altri lavori molto importanti sono le “Carte” del 2005, si tratta di cinque bellissime grafiche appartenenti al decennale ciclo di opere chiamate dall’artista: “Sospensioni”, in cui il disegno risulta vorticoso e dinamico, con una grande variazione di interventi sia grafici che pittorici e dove l’azione viene espressa sia nel piccolo tratto della matita che dalla pastosità di tracce lasciate da un terroso colore pastello, a cui si accompagnano notevoli pennellate sovrapposte imbevute di un colore sbiancato; un’esplosione di segni colorati e di tinte pallide che danno vita ad una incisiva espressività d’autore. Le carte descritte sono; Disegno n° 26, Disegno n° 28, Carta n° 20, Carta n° 24, Carta n° 21 realizzate nel 2005, su carta pregiata Arches, (esposte sulle colonne della sala principale).
La variegata esposizione pittorica permette di visionare opere che l’artista Enzo Cursaro ha prodotto nei primi anni “90, quadri di grandi dimensioni, in cui la spettacolare forza espressiva non nasconde i suoi giovanili impulsi emotivi, dove lascia vibrare liberamente forti contrasti di colori mediterranei, attraversando larghe zone d’ombra e di luce, con rossi di fuoco e di sangue, pari all’uso del colore in tutte le variegate sfumature del blu e del giallo, sempre alla ricerca di equilibri pittoricamente sinfonici. Questi i quadri di riferimento: “Graffito” 1994, (esposto nella sala principale), “Frammento rosso” 1994 (esposto al piano superiore), “Pietre pittoriche” 1994 (esposto nella sala secondaria), “Elementi verdi” 1991 (esposto al piano superiore, nella stanza della direzione).
Le opere che esprimono chiaramente un immaginario figurativo, d’influenza archeologica, sono le tele realizzate con varie tecniche pittoriche; il disegno per rappresentare delle anfore, Anfora n°1, Anfora n° 2, Anfora n° 3 (esposte nella sala centrale), la tecnica dello spatolato per dipingere immagini classicheggianti su uno sfondo color antracite, come nel quadro dal titolo “Era sublime” 2005 (esposto al piano superiore, nella stanza della direzione), l’uso delle terre per comporre una elegante formazione di sagome di anfore consumate dal tempo “La forma del tempo” 2011 (esposto al piano superiore, nella stanza della direzione). Anche le esplicite sembianze umane fanno parte del vasto repertorio dell’artista, come: “Passo di danza”, “Cariatide”, “Il sognatore”, (esposti al piano superiore, nelle camere private), e “Ritrosia”, (esposto al piano superiore nella camera degli sposi), lì, la sola protagonista resta la superba freschezza dell’attuazione.
Più “pensate” sono le due mirabili tele di colore ocra, “Senza titolo n° 1, Senza titolo n° 2 (esposte nella sala principale), si tratta di due composizioni combinate con un elegante disegno che descrive appena la forma di un’anfora. Il tutto esprime una dimensione più assorta ed intimistica, il colore non è chiassoso ma mitigato dalle calde tonalità del colore a tempera, con piacevoli accenti pittorici riservati alla sola composizione delle schematizzate nature morte situate sul bordo delle anfore, un lavoro risolto con la chiara bidimensionalità del disegno e felici cromie.
Un’opera particolarmente rilevante “Sospensione” 2011 (esposta nella sala principale), è stata realizzata con la tecnica di un raffinato spatolato, il fondo bianco/marmoreo esalta una geometria di forme tenute assieme dall’andamento arcato e modulato di un segmento argentato sospeso tra esse. Il carattere rigoroso e severo della composizione è una qualità espressiva molto rara nei lavori dell’artista. In genere egli privilegia lo scorrere del gesto della mano per esprimere le proprie umane vibrazioni, mentre l’unicità di questa sua opera è nella capacità di un controllo superiore, che favorisce una linearità ben precisata nei limiti di geometrie e forme minimaliste. La luminosità che emana l’impianto del quadro è il risultato di un atteggiamento pragmatico, sperimentale ed esistenziale, non c’è l’impeto di segni veloci e colorati presente in altri quadri, ma il modo di spalmare il colore sulla superficie della tela lascia indagare l’osservatore verso ambiti più composti e razionali della bellezza estetica. Si tratta di un’opera stilisticamente equilibrata e perfetta nella fattura, dove il colore è costantemente una sorgente pulsante di energia vitale. Quest’opera risulta come punto d’incontro tra la razionalità della composizione e la tenuta a freno di spinte emotive regolamentate dalla sola disciplina, per terminare la sfida espressiva con la giusta tensione e concentrazione visiva = armonia tra le cose.

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